Joel Dicker, L’enigma della camera 622: un giallo faticoso
Oggi parliamo di Joel Dicker, e della sua ultima fatica letteraria, intitolata L’enigma della camera 622.
L’ultima fatica di Joel Dicker
Il termine “fatica” non è scelto a caso: tanto avrà faticato l’autore nella stesura dell’opera, tanto faticherà il lettore a tirare le somme del romanzo. Il libro inizia con una strana componente autobiografica: nelle prime battute del romanzo, troviamo infatti l’autore impegnato a risolvere il mistero di un omicidio, avvenuto in una lussuosa camera di un albergo della Svizzera in cui alloggia per le vacanze. I protagonisti di questo mistero sono una famiglia di banchieri svizzeri, e la caratterizzazione dei personaggi ci illude di trovarci davanti ad una storia ricca di complotti e imbrogli. Tuttavia, già dalle prime pagine s’intuisce che l’elemento di mistero che ruota attorno all’omicidio viene diluita da lunghi – e superflui – approfondimenti biografici sui vari personaggi. Tralasciata del tutto dalla narrazione, anche una descrizione del setting geografico, elemento che sarebbe stato utile valorizzare, dato l’indiscusso fascino di Ginevra e dei suoi dintorni. Per quanto riguarda l’intreccio, stupisce come non venga data la giusta rilevanza a scoperte come l’identità della vittima e del suo carnefice, abbozzate distrattamente in un paio di righe verso la seconda metà del tomo.
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Joel Dicker affascina nella scrittura, ma stiamo davvero leggendo un giallo?
Fortunatamente, la scrittura di Dicker è come sempre molto semplice e scorrevole, e ci permette di non uscire troppo esausti dai continui flashback, arrivando alla fine del romanzo con un quadro sufficientemente chiaro della situazione. Evitando qualsiasi rivelazione riguardo al mistero dell’omicidio, ci sembra doveroso notare come lo scioglimento dell’intreccio risulti troppo inverosimile ed esagerato. Ed è proprio questo il grande punto a sfavore dell’opera: come può un giallo/crime rasentare il fantasy tante sono le esagerazioni, strizzando l’occhio al romanzo rosa con tanto di fitti intrighi sentimentali? Il lettore rimarrà a bocca asciutta, senza la curiosità, la suspense e il mistero, tipici del genere giallo. Un bestseller ruffiano e noioso, che ha poco a che vedere con il genere crime e che ci sentiamo di sconsigliare.
Valentina Tunesi
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