ronache di una serata al tavolino del bar

Cronache di una serata al tavolino del bar

Ci siamo ritrovati al tavolino del bar, una sera. Di fronte a me il mio amico, collega e co-autore di Westville Alberto Staiz, e sulla sedia immediatamente di fianco alla mia Ivano, libraio di professione nella “city” italiana per eccellenza: Milano.

La birra c’è, e la voglia di fingere di aver capito tutto del mondo non manca di certo. Discorsi profondi, un po’ stanchi della superficialità di cui è permeata l’attuale frenetica routine quotidiana. Discorsi sterili, frasi fatte, con incontri casuali più predisposti “ad aspettare il proprio turno per parlare” – citando un Chuck Palahniuk d’annata – che ascoltare per davvero il nostro prossimo. Basta!

Invece la serata al tavolino del bar scorre, l’alcool anche, e le nostre analisi del tessuto sociale attuale non faticano ad uscire. C’è sicuramente del malcontento, quasi rabbia, ma anche tanta grinta, perché tutto sommato abbiamo ancora “voglia”. Voglia di sognare, di lottare, per noi stessi e per un senso di appartenenza a quella parte di società ancora dedita alla ormai rara arte dell’onestà intellettuale.

La proposta

Ivano racconta, seduto al tavolino del bar. Racconta gli anni passati della sua vita, racconta le sue esperienze odierne, racconta di sé in un futuro prossimo. Insomma, è ormai merce rara, trovare qualcuno che abbia ancora qualcosa da raccontare. Lo fa con la sua verve, con quel modo di fare da rocker settantiniano. Anzi, direi più punk. Perché in fin dei conti, sono tutti bravi ad avere una chitarra in casa, ma pochi sono disposti a regalarla “al primo che passa” in nome di una giustizia artistica (immotivata data la nostra scarsità musicale). Ma il punto non è questo.

I beni più preziosi dell’essere umano moderno sono le esperienze, e la condivisione di esse attraverso i canali di divulgazione. Essere seduto al tavolino di un bar, raccontando la propria vita non dev’essere una masturbazione egocentrica, ma un momento di condivisione. So per certo che “là fuori” ci sono tanti che come me, amano far tesoro delle ricchezze altrui. Ricchezze che non si comprano, ma si coltivano con gli anni. Questo è il succo di questa serata.

Cos’è westville.it

Nasce con questo scopo, il blog di Westville. Nessuno si siede in cattedra, e nessuno vuole vedere, sentire o leggere di gente che fa altrettanto. Condividiamo idee, esperienze, consigli, ipotesi… tutto quello che può arricchire il suo prossimo, per chiunque abbia voglia di leggere, di ascoltare, e magari ricevere un po’ di questa umile ricchezza.

Ivano sembra proprio la tipica persona che potrebbe scrivere sul blog di Westville, e aiutare tanti lettori e giovani autori a trovare un po’ di serenità in un mondo costruito e fasullo, fatto di gente che costruisce esclusivi salotti immaginari a cui si possono sedere loro e pochi altri eletti: l’élite del panorama editoriale italiano. Persone che sicuramente fanno della cultura un’arte ma non solo. Quando la cultura diventa un’arma, smette di essere cultura, e si trasforma in commercio. Ma non è escludendo chi mette dedizione e passione che si fa il commercio. In questo paese le persone si sono dimenticate che per far riemergere la cultura bisogna smetterla di considerarla un bene per pochi, e iniziare a creare un cordone di resistenza contro l’ignoranza, tutti insieme.

Siamo un team tavolino del bar Westville news team blog

Forse è proprio questo il senso del blog di Westville, e il senso della partecipazione di Ivano a questo progetto. Non per dimostrare qualcosa, ma per escludere questa ignoranza culturale fatta di intelletto elitario. Se l’editoria sta soffrendo, in questi anni, e anche perché molti hanno smesso di guardare solo il piccolo praticello personale, cosa che di per sé è già deleteria a sufficienza. Sono passati ad avvelenarlo con invidie, sotterfugi e la necessità di prevaricare sugli altri. Non mi stupisco che in Italia si parli ancora di bullismo e violenza sulle donne. Finché anche i sedicenti detentori della cultura perpetreranno la sottile arte della guerra, non cesserà mai questa secessione culturale fasulla.

Forse le mie parole sono un po’ dure, forse sono ancora galvanizzato dalla serata con Ivano al tavolino del bar, e dai discorsi alcoolici, ma d’altra parte so di avere trent’anni oggi, e mai più nella vita, e non li voglio certo sprecare in un mondo fatto di stereotipi viventi che vivono in un passato lontano. Il 2018 è arrivato, e quelli della mia generazione so per certo che si meritano di meglio degli avanzi di chi ha avuto l’opportunità di sedersi in alto, e dettare legge su tutti.

Per questo, ed altri tanti motivi, io e Alberto ringraziamo Ivano, dandogli il benvenuto sul blog di westville.it