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Colaprico e Valpreda: le indagini del maresciallo Binda in una Milano d’annata

Oggi sulle pagine di Westville News si parla di giallo ambientato a Milano, con le indagini di Pietro Binda, nata dalla mente del duo Colaprico-Valpreda.

La scuola noir italiana può ormai vantare molti decenni di tradizione. Un fiorire di autore, più o meno capaci, ha saputo posizionare il giallo Made in Italy in cima alle classifiche di vendita nostrane. Una scuola, quella italiana, in crescita e in salute, che sforna nuovi talenti ogni anno e consolida l’autorevolezza degli autori già affermati. Giorgio Scerbanenco – già analizzato nelle pagine di Westville News – è spesso considerato il padre del noir italiano. Lo scrittore che ha saputo consolidare questo genere all’interno della tradizione italiana, l’iniziatore di un filore noir metropolitano ambientato a Milano. Il capoluogo lombardo è diventato il protagonista di innumerevoli gialli. Una città pulsante, ricca di vita, dall’economia galoppante, ma anche caratterizzata da un alto tasso di criminalità e corruzione.

Nel contesto urbano di Milano si inserisce alla perfezione la serie di romanzi con protagonista l’ex maresciallo dei carabinieri Pietro Binda. Un soggetto partorito dall’insolita joint venture Piero Colaprico e Pietro Valpreda, prosecutori di una florida tradizione di noir metropolitano ambientato nel capoluogo lombardo.

Colaprico e Valpreda

Una coppia di autori forse insolita. Il primo è un celebre giornalista di Repubblica, specializzato in cronaca nera e giustizia, attivo fin dagli anni ’80. Sua l’invenzione del termine “Tangentopoli”. Parallelamente all’attività giornalistica, Colaprico vanta una robusta carriera di giallista, forte della sue conoscenze in campo giudiziario. Pietro Valpreda, ballerino e simpatizzante anarchico, è balzato agli onori della cronaca in seguito alla Strage di Piazza Fontana a Milano, di cui fu ingiustamente accusato. Scarcerato, Valpreda ha avviato una carriera letteraria, culminata con il sodalizio con Colaprico, datato fine anni ’90.

BindaEx carabiniere, ora investigatore

Pietro Binda è un maturo ex maresciallo dei carabinieri in pensione. Vedovo e solo, Binda si ricicla come investigatore privato, collaborando con uno studio legale e mettendo così a frutto la sua precedente esperienza nella sezione omicidi. Nel primo romanzo della serie, Quattro gocce d’acqua piovana, pubblicato nel 2001, Binda è impegnato a risolvere il suo ulitmo caso prima della pensione, rimasto irrisolto. Nel secondo capitolo di questa saga, La nevicata dell’85, Binda indaga su alcune morti misteriose avvenute nel quartiere periferico di Baggio. La serie prosegue poi con La primavera dei maimorti, prima che la scomparsa di Valpreda segni la fine del profilico e originale sodalizio tra i due scrittori. Tuttavia Colaprico ha proseguito le indagini di Pietro Binda con altri due romanzi, L’estate del Mundial e La quinta stagione.

La seconda giovinezza di Binda

Binda è un investigatore che si inserisce perfettamente nella tradizione del giallo. Classico per la meticolosità dei suoi ragionamenti, moderno per la sua abilità nel districarsi nei vari strati sociali di una Milano colma di divergenze, Binda risulta un personaggio con il quale non si può non simpatizzare. Padre e marito modello, imperturbabile, ma con un profondo lato malinconico, quasi dark, che bilancia una certa dose di sana ironia. Un anziano ex carabiniere che vive una seconda giovinezza proprio grazie all’attività di investigatore privato.

Milano protagonista

Oltre a Binda, l’altro vero protagonista di queste storie è la città di Milano. Un città pulsante, sempre in movimento ma ricca di misteri, attraversata dal protagonista durante le sue indagini in tutti i quartieri e in tutti i suoi più disparati strati sociali. Magistrale il ritratto della città che ne esce: un percorso che tocca tutte le fasi storiche degli ultimi decenni del Novecento. Dalle lotte sociali culminate con il periodo del terrorismo, agli scintillanti anni ’80, con accenni di contorno a tutti i principali fatti di cronaca e di costume che hanno segnato l’ultima parte del Novecento del capoluogo lombardo.

La “milanesità” di questi ciclo di romanzi è rafforzata anche dai ben delineati personaggi secondari, i quali spesso parlano in dialetto. Figure queste, che donano alle storie e all’ambientazione, freschezza, autenticità e verosimiglianza. La città non è più contorno, ma diventa un vero e proprio personaggio. La stessa cosa che accade con la Marsiglia di Izzo, la Barcellona di Vazquez Montalban e la Los Angeles di Chandler.

Gli amanti dei noir metropolitani italiani hanno come tappa obbligata la lettura del ciclo di romanzi di Pietro Binda: un naturale proseguimento dell’opera letteraria già iniziata negli anni ’60 con il Duca Lamberti di Giorgio Scerbanenco